ARQUEOLOGIA DE LA AUSENCIA
ARCHEOLOGIA DELL'ASSENZA
Fotografie di Lucila
Quieto dell'Associazione Hijos di Buenos Aires
I micro racconti sono stati scritti da Massimo Carlotto
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They
dance alone Sting W
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MARINA
Mio figlio si chiama Emiliano. Ha poco più di un anno.
La stessa età che avevo quando i militari sequestrarono mio padre, Jaun
Carlos Arroyo. Era il 28 ottobre del 1976. Juan era un militante del
Frente 17 de octubre.
Scomparve insieme alla madre di Marta. Non ho mai avuto sue notizie.
Mi chiamo Marina e sono figlia e madre.
Voglio sapere cosa è successo a mio padre. Per me stessa.
Per la memoria dell'Argentina.
E per raccontarlo a Emiliano |
PAULA
Mi chiamo Paula. Studio sociologia e recitazione.
Mia madre e mio padre erano militanti cristiano peronisti e vennero
sequestrati dai militari. Maria mia madre, è una sopravvissuta dei
campi di concentramento clandestini.
Mio padre, Juan Patricio Moroni, è un desaparecido.
Giro il mondo per raccontare questa storia. E quella di noi figli HIJOS.
La nostra lotta per la verità e la giustizia.
Non è facile essere figli di desaparecidos in Argentina
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LAURA
Avevo 11 mesi. Mia sorella Elsa 4 anni.
Il 4 agosto del '79 viaggiavano in auto con mio padre e mia madre
Avellaneda. I militari ci assalirono e sequestrarono i miei genitori. Io
e mia sorella venimmo affidate ai nonni.
Elsa se ne andò in Uruguay con la nonna materna.
Io rimasi a Buenos Aires con la famiglia di mio padre. Si chiamava
Raymundo Anibal Villaflor.
Mia madre era una tupamara uruguayana e si chiamava Maria Elsa Martinez
Gorreiro.
Io sono Laura e questa è la mia storia.
non ho altre parole per raccontarla.
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MARTA 
Avevo 10 anni quando i militari sequestrarono mia madre, Maria Taboada.
Era avvocato. La presero a Moreno, nella provincia di Buenos Aires. Non
ho mai avuto sue notizie.
Mi chiamo Marta. Ho 34 anni. Anch'io sono madre.
Ho una figlia di 13 anni che si chiama Nanà. Avrebbe voluto conoscere
sua nonna. Ho studiato sociologia, sora sono iscritta alla facoltà di
filosofia. Sono giornalista. Ho una rubrica settimanale sul virus HIV.
Da tempo ha invaso anche il mio corpo.
Lotto per la vita, la giustizia e la verità. |
VERONICA
Mi chiamo Veronica. Ma preferisco essere chiamata Verito.
Mia madre si chiamava Maria Teresa Trotta. La sequestrarono insieme al
suo campagno Roberto Castelli. Erano due italiani d'Argentina. Erano due
Montoneros.
Maria era incinta di mio fratello. E' nato tre mesi dopo in un campo di
concentramento clandestino. Poi, come tutti gli altri è stato affidato
a una famiglia di militari oppure venduto al miglior offerente.
Lo cerco da anni.
Quando lo troverò lo abbraccerò forte e gli aracconterò la storia di
Maria e Roberto. |
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PIU' DI
mille GIOVEDI'
La storia delle Madres de Plaza de
Mayo
Spettacolo interpretato da Gisella Bein
regia di Renzo Sicco e Lino Spadaro
www.assembleateatro.com |
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